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Articoli Recenti, Attualità: come va il mondo, Confini Immaginari, Contaminazioni, Linea Gustav, Sostenibilità

STORIA E TURISMO SOSTENIBILE

Cos’è il turismo sostenibile?

Il turismo sostenibile consiste nel creare turismo in modo ecologico e attento all’ambiente e alla natura. Prendendo spunto dalla storia o dalla letteratura, abbiamo cercato e scoperto un Abruzzo pieno di luoghi simbolo, “sfruttati” turisticamente: si va dal Tratturo Magno, ricordato anche da D’Annunzio nella sua “I Pastori”, al Sentiero di Silone, nella Marsica; dal Cammino dei Briganti, che rimanda al tempo del brigantaggio in Abruzzo, fino alle zone della Linea Gustav, nota per i fatti accaduti durante il secondo conflitto mondiale.

Dunque un Abruzzo che ha tanto da offrire ai turisti, una terra che racconta tante geostorie.

IL TRATTURO MAGNO

Il Tratturo Magno, con i suoi 244 km, viene considerato il più importante tratturo d’Italia, che parte dall’Aquila finisce a Foggia, in Puglia. In antichità i tratturi erano cinque e solcavano l’Italia del centro e del sud. Il Tratturo Magno veniva percorso dai pastori che accompagnavano il proprio gregge al pascolo (e ancora oggi, per questo motivo, l’Abruzzo e la Puglia sono molto legate tra loro). Ci sono state, soprattutto negli ultimi anni, delle iniziative per promuovere e far tornare il tratturo al suo vecchio splendore. Con queste belle iniziative si propone ai turisti  di percorrere il tragitto dell’antico tratturo a piedi, in modo da provare le stesse sensazioni dei nostri antenati pastori e di percorrerlo allo stesso e identico modo, o al massimo in bici. Infatti, è recentissima la notizia, di poche settimane fa, di una proposta di valorizzazione del tratturo magno attraverso la costruzione di una posta ciclopedonale lungo il tragitto, che permetterà di vivere al meglio questa strada importantissima, storicamente e paesaggisticamente, potrete approfondire qui. Inoltre dal 2006 è stata presentata la candidatura delle vie dei tratturi all’Unesco, proposti quindi come Patrimonio dell’Umanità. Tra le località percorse dal Tratturo, e quindi spesso visitate dai turisti, da ricordare c’è il sito archeologico dell’antica Peltuinum, che si trova nel comune di Prata d’Ansidonia. Ma ogni tappa, ogni paesino che si incontra, vale la pena di essere esplorato e vissuto nelle proprie peculiarità e nelle proprie tradizioni, così come ogni monte e ogni corso d’acqua dovrebbe essere studiato e conosciuto, con la flora e la fauna tipiche del posto.

Gli altri quattro tratturi sono Centurelle-Montesacco (la via dello zafferano), Celano-Foggia (il cammino della civiltà), Castel di Sangro-Lucera (sulle orme dei Sanniti), Pescasseroli-Candela (la via della biodiversità). Su queste strade si impara ad amare l’ambiente e la propria terra e, insieme, si impara la Storia, quella con la S grande.

IL CAMMINO DEI BRIGANTI e IL SENTIERO SILONE

Spostiamoci ora nella zona della Marsica, ricca di sentieri e boschi. Qui troviamo un sentiero dedicato allo scrittore Marsicano Ignazio Silone, nato a Pescina appunto, che presenta un itinerario escursionistico molto bello paesaggisticamente e anche interessante a livello storico-letterario, perché pensato proprio per riscoprire i luoghi siloniani. Una passeggiata, quindi, che mette il turista in contatto con la gente del posto, con la Storia e la Letteratura, ma anche e soprattutto con la Natura. Abbiamo letto Fontamara, capolavoro di Silone, e ne parliamo qui.

Abbiamo poi studiato in storia il fenomeno del brigantaggio, soffermandoci sull’Abruzzo e sui nostri luoghi (cliccando qui, troverete un nostro lavoro al riguardo). I briganti trovarono nella nostra regione una terra naturalisticamente propizia, strategica e comoda per i rifugi, visti i nascondigli che la fitta natura offriva: terre di boschi, montagne, territori favorevoli per nascondersi e sparire in poco tempo. Oggi esiste, tra i molti, un cammino che si chiama proprio Il Cammino dei Briganti e che parte e arriva a Sante Marie, vicino Tagliacozzo, in provincia dell’ Aquila, sempre nella zona della Marsica.

DALLA STORIA ALLA SPIRITUALITÀ

Il cammino sulle orme della Storia continua, andiamo a fare trekking lungo la LineaGustav voluta da Hitler, ancora una volta nel nostro Abruzzo: siamo sicuri che non ve lo aspettavate così interessante da ogni punto di vista! Della Linea Gustav ne parliamo anche qui: vi ricordiamo soltanto che questa era la linea che doveva servire a
bloccare la risalita degli Alleati dopo lo sbarco in Sicilia del 10 luglio del 1943. Una posizione strategica, in mezzo al Parco Nazionale della Majella. Oggi è possibile ripercorrerla e scoprire di più, sulla Seconda Guerra Mondiale innanzitutto, ma anche su posti incredibili e su storie appassionanti, legate alla grande Storia. Un cammino della Memoria, insomma, importante da diversi aspetti, che può essere percorso sia a piedi, in 7 giorni di cammino, sia in mountain bike, dalla foce del fiume Sangro in Abruzzo a quella del fiume Garigliano nel Lazio, ma anche a cavallo.

E ancora: non solo storia e letteratura. Si cammina anche sulla linea della Spiritualità. E dal mare, da Ortona, bellissima cittadina sull’Adriatico, si arriva a Roma, splendida capitale d’Italia, per ripercorrere le orme di Santa Brigida di Svezia che nella seconda metà del 1300, giunse ad Ortona a seguito della rivelazione che la informava della presenza delle ossa di San Tommaso nella cattedrale della città abruzzese.

È il bellissimo Cammino di San Tommaso, lungo 313 km, che parte dalla Cattedrale di Ortona e porta a Roma, a San Pietro, attraversando bellissimi borghi di Lazio e Abruzzo e mettendo i turisti in contatto con l’ospitalità locale e con una natura selvaggia, splendida, che fa riscoprire la bellezza di posti sottovalutati.

Veniteci a trovare in Abruzzo, non resterete delusi.


Classi terze. AS 2024-25

Articoli Recenti, La linea sottile tra presente e futuro, Tecnologia

Le parole sono pietre

Storytelling e intelligenza artificiale, progetto in collaborazione con CinemAbruzzo. Questa è la storia della Classe 1B , ora aspettiamo di vederla realizzata attraverso le immagini riprodotte da AI.

Tagliacozzo 2024 – 2025

I ATTO

Insultare una persona è come gettare una pietra nel mare: non sai mai quanto a fondo arriverà quel sasso, quanto farà male. Sono azzurre, proprio come il mare, le pareti della scuola di Trovaglione. All’interno, come ogni mattina appena dopo il suono della campanella, i ragazzi affollano i corridoi prima di entrare nelle aule. C’è chi corre sulle scale, chi chiacchiera coi collaboratori e i professori e chi ripassa già in classe in vista delle interrogazioni delle prime ore. Lucia sta cercando di scovare Giorgio, il ragazzo che le piace, che arriva sempre tardi mentre Enzo finisce la sua merenda ancora prima di entrare, perché non fa mai colazione a casa. Carlo, Gianni e Federico invece hanno l’aria strana, come se stessero aspettando qualcuno. Dalle scale arriva Alex e Carlo alza la voce per farsi sentire: “Ecco il nanerottolo”. E Federico: “Precedenza ai bassi, fate largoooo”. I tre sghignazzano, Alex entra in classe in silenzio. La sua tristezza è silenziosa, profonda e inconsolabile. Ogni giorno la stessa storia.

II ATTO

Nell’aula nessuno pare accorgersi delle sue lacrime, sono tutti intenti a prepararsi: devono lasciare velocemente gli zaini con i libri in classe, per essere più leggeri, perché andranno al cinema a vedere Il Signore degli Anelli e li attende già un autobus. Mondi incantati sullo schermo della sala: la Terra di Mezzo, gli elfi, le battaglie, i paesaggi mozzafiato. Di fronte ai troll e agli gnomi, però, Gianni, Carlo e Federico fanno risuonare turno: “Ecco Alex, ecco Alex!”.  In sala le risate rompono il silenzio, seguite da un singhiozzo. Alex esce nel buio, inciampando quasi, pur di andare in bagno di corsa e i tre teppistelli subito si alzano per seguirlo, ma qualcosa va storto. La docente di motoria si è accorta delle risate e degli strani movimenti: segue i ragazzi fino al bagno. I tre iniziano a bussare alla porta: “Apri tappetto”, “Nano, te la facciamo aprire con gli schiaffi quella porta”. La professoressa allora, nascosta da una colonna, fa un passo avanti. Carlo, Gianni e Federico diventano bianchi come un lenzuolo appena lavato. Una volta in classe la docente prende in mano la situazione ricordando che le parole possono fare male e che ad ogni parola pietra corrisponde una parola carezza. I ragazzi iniziano a confrontarsi sotto la sua guida: sono i bulli adesso ad essere in lacrime e chiedono scusa, hanno realmente capito di aver sbagliato. Alex strappa un foglio dal suo quaderno di grammatica e lo appallottola tutto: “Ecco, questo mi avete fatto, mi avete accartocciato, spiegazzato, distrutto. E ora, pensate di poter riconquistare la mia fiducia semplicemente chiedendo scusa?”. La classe è muta, Alex continua, riaprendo il foglio, stiracchiandolo come meglio può: “Se anche vi perdonassi, il nostro rapporto resterebbe stropicciato, come una camicia non stirata”.

III ATTO

Mirella a quel punto prende la parola: “Il Kintsugi lo conoscete?”. I compagni di classe restano stupiti, solo Ludovico risponde: “No, ma non mi sembra pertinente”. E invece sì, continua lei: “Vale sia per Alex che per Carlo, Federico e Gianni. Il Kintsugi è una tecnica che usano in Giappone per riparare le ceramiche che si rompono. Le riempiono di colla dorata, e i vasi e le tazze diventano ancora più belli di prima, perché sono preziosi, ancora di più nel punto in cui si sono rotti”. Mirella e la prof si guardano complici e si sorridono. Mirella conclude: “Voi quattro vi siete rotti, ognuno per un motivo differente, ma se capirete la lezione, le vostre saranno ferite preziose e dorate”. Spontaneamente scatta un applauso e tutti si abbracciano stretti e sorridenti.


Articoli Recenti, La linea sottile tra presente e futuro, Tecnologia

Sulle tracce della volpe rossa

Storytelling e intelligenza artificiale, progetto in collaborazione con CinemAbruzzo. Questa è la storia della Classe 1A , ora aspettiamo di vederla realizzata attraverso le immagini riprodotte da AI.

Tagliacozzo 2024 – 2025

I ATTO

Gli alberi rigogliosi svettavano nella foresta, il verde dell’erba era intenso e rifletteva i raggi luminosi del sole. Il cinguettio degli uccellini sembrava cantasse una ninna nanna agli altri animali del bosco e le formiche, intente a lavorare nei loro formicai, grandi e misteriosi come castelli delle favole, sembravano regine nei loro regni. Di notte le lucciole animavano l’atmosfera, di giorno gli scoiattoli smerciavano ghiande e camminavano senza sosta. Le volpi rossicce e curiose popolavano in particolare la zona dei grandi faggi. Quella mattina, davanti agli occhi spauriti di alcuni ragazzi che si rilassavano in quella dolce natura, Davide uscì di corsa dalla Moda, Pelli e Pellicce, la maggiore azienda d’alta moda in Italia, e si nascose tra le fronde di un cespuglio. La sua figura alta e magrolina catturò l’attenzione dei ragazzi: in pochi minuti Davide, con un balzo tecnico e preciso, riuscì a catturare una volpe rossa, bellissima, selvaggia ed elegante che camminava davanti al suo naso.

II ATTO

I ragazzi rimasero esterrefatti: la piccola volpe catturata, l’azienda di pellicce collocata proprio in mezzo al verde, quel ragazzo così strano…Riccardo disse a Filippo: “Ma ti sei accorto che quel Davide piangeva mentre catturava la volpe?”. Luca intervenne: “Hei hei, aspetta un attimo, come fai a sapere il suo nome?”. E Riccardo: “L’ho letto sul cartellino che aveva dietro la schiena, come investigatori lasciate molto a desiderare”. “E chi ti ha detto che vogliamo indagare sulla vicenda?” continua Marta. Era una domanda retorica, tutti loro erano ormai troppo curiosi e per molti giorni tornarono a investigare sul posto facendo finta di rilassarsi o fare pic nic in zone diverse della foresta. Dopo qualche giorno, girovagando qua e là, si accorsero di una colonna di fumo che si alzava da un piccolo bunker e in qualche modo riuscirono ad infiltrarsi all’interno. Quello che videro fu sconcertante: animali in fin di vita e vestiti in fiamme. Una parte di azienda stava andando a fuoco: dovevano immediatamente chiamare qualcuno per salvare gli animali e la foresta, poiché le fiamme correvano veloci alimentate dal vento e dal caldo dell’estate. Non fu facile spegnere l’incendio divampato, ma i Vigili del Fuoco riuscirono nell’impresa. In un angolo, Davide piangeva.


III ATTO

Luca si avvicinò a lui: “Possiamo fare qualcosa per te?”. “Non avete idea di quanto avete già fatto: odio questo posto, questo lavoro, questa azienda. Facciamo del male agli animali, inquiniamo l’ambiente…se non fosse per il mio bisogno di soldi me ne andrei domani. Una cosa però potete farla”, disse lasciando loro un mazzo di chiavi: “con queste potete aprire tutte le stanze in cui sono intrappolati gli animali. E magari potete spargere la voce che in mezzo ad una foresta che dovrebbe essere protetta e tutelata c’è un’industria che non rispetta l’ambiente”. Marta riemerse improvvisamente dai suoi pensieri: “Una mia amica qualche giorno fa mi parlava di moda sostenibile ed etica, è possibile ragazzi, non è utopia. I capi di questa azienda saranno arrestati sicuramente, ma tu, Davide, e i tuoi colleghi, ormai ne conoscete tutti i segreti. Non vorrei sembrarvi folle e avventata ma…vogliamo iniziare questa avventura insieme?”. I ragazzi riconvertirono la Moda, Pelli e Pellicce in una azienda all’avanguardia: sostenibile, attenta all’ambiente e ai diritti dei lavoratori, accurata nella produzione di abiti ecologici e gioielli creati da materiali di riciclo. Il suo nome è: Second Life.

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Lentamente muore chi evita ogni forma d’amore.

Lentamente muore
chi diventa schiavo della società,
ripercorrendo ogni giorno gli stessi errori,
chi non si distingue, chi non trova se stesso,
chi non rischia di provare nuove esperienze,
nuove emozioni,
chi resta in silenzio rimanendo ignavo.
Muore lentamente chi evita ogni forma d’amore,
chi preferisce la solitudine alla convivenza,
chi rimane indifferente,
piuttosto che provare le vere emozioni,
quelle che ti fanno sorridere il cuore,
quelle che ti rimangono dentro
davanti alla bellezza dei sentimenti.

Sofia Marini, Ricalco Linguistico di Lentamente muore, Officine linguistiche

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Sydney, Australia

Sydney è una ballerina molto talentuosa ma anche molto ansiosa. Il suo sogno nel cassetto è quello di poter ballare sopra i palchi dei suoi artisti preferiti, come Sfera Ebbasta, Lazza, Geolier, per poter dare una enorme soddisfazione a se stessa, sicuramente, ma in primis a suo nonno Alfredo, una persona per lei speciale, un uomo di 65 anni, dai capelli biancastri, sempre in forma e molto ottimista. Il loro rapporto è qualcosa di unico, è molto forte, si vogliono un gran bene. Lei è una ragazza dolcissima, un po’ timida, spesso ha bisogno di rassicurazioni e di essere compresa, ma le piace provare a buttarsi nelle situazioni, e le piace riuscire in tutto quello che fa: diciamo pure che non accetta le sconfitte. Prove su prove, fatica, impegno, lezioni fino allo sfinimento, pianti e tante risate…

Arriva il giorno tanto atteso: dovrà finalmente salire sul palco, a Milano, per il concerto di Lazza. Uno dei suoi sogni più grandi sta per realizzarsi. Lei è in fibrillazione, la felicità le si legge negli occhi lucidi ed emozionati, scuri come il cielo di notte, profondi come il mare quando ti allontani dalla riva.

Non fa in tempo a godersi questi attimi di gioia che le arriva, come un pugno allo stomaco, la notizia di suo nonno ricoverato d’urgenza in ospedale, le cause non sono ancora molto chiare. Sydney dovrà affrontare il giorno più bello della sua vita da adolescente senza l’altra parte del suo cuore: la sua tristezza è mescolata all’ansia incredibile di quel che sta succedendo, emozioni contrastanti si susseguono e si alternano in lei. Sa che deve dare il massimo, però, soprattutto per suo nonno. Lo vuole rendere fiero di lei. E poi questa potrebbe essere la sua occasione.

Parte la musica, le luci scoppiano d’improvviso e inondano il palco: si comincia. Tra il pubblico, la madre di Sydney videochiama il nonno. L’emozione è tanta: vedendola si commuove, rimane stupefatto e orgoglioso della sua cara nipotina, e promette a se stesso di tornare in forze per abbracciarla il prima possibile e per raccontarle finalmente dell’Australia e del suo nome, Sydney.

Savana Perrotta – Officine Linguistiche

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Quelle mani scorrevano veloci

Quelle mani scorrevano veloci, nota dopo nota, e Paolo era attento a quei movimenti delle dita. Delle dita grandi e robuste, dal pollice fino all’indice. Le studiava con gran precisione. Il bambino fissava in modo attento prima i tasti bianchi e poi quelli neri di quel pianoforte antico, bellissimo, e poi le dita, in un loop che sembrava quasi infinito, quando in realtà durava solo qualche minuto.

Era talmente preso che non prestava nemmeno attenzione al viso del pianista. Quei pochi minuti s’involano, diventano mesi, anni. Siamo a 20 anni dopo: è la cena di famiglia e quel piccolo è ormai adulto. Intorno a lui, facce amiche e il fuoco di Natale, che scricchiola e arde in quella gelida sera di dicembre. Gli si affollano in mente immagini, il pianoforte, le note, quelle dita. Improvvisamente riaffiorano. Improvvisamente la sua voce rompe il silenzio, quasi vivesse di vita propria, e chiede con foga ai suoi genitori chi fosse quel pianista che per lui era rimasto una grande incognita per anni. “Paolo, ma sei serio? Gianni era tuo nonno, come fai a non ricordarlo?”. Gli si fece chiaro in quell’istante che aveva dei vuoti di memoria su alcuni momenti della sua vita, ma anche di averli volutamente lasciare nell’oblio.

Si apre così, per Paolo, una nuova era, quella della consapevolezza, della scoperta di se stesso, dell’esplorazione della sua anima e del coraggio di guardare in faccia i suoi dolori. Una melodia aveva scatenato in lui qualcosa di ancestrale, profondo. Non sarebbe più scappato.

Si siede al piano, sopra ci sono tre rose gialle seccate con la lacca e ormai immortali, e una foto di suo nonno. Immagina quelle dita, rugose ma sempre eleganti, e poi le sue, sopra quelle di suo nonno: era lui che gli aveva insegnato i segreti della musica. E non solo. Una lacrima gli scende sulla guancia. Ha il sapore di un dolore, ma anche di una rinascita.

Renis Skana – Officine Linguistiche

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Considero Valore – la verità

Considero valore ogni forma di vita, ogni piccolo gesto che scalda il cuore.
Considero valore ogni tipo di consiglio, anche quelli che non sembrano esser giusti.
Considero valore gli aiuti mai chiesti,
ma arrivati esattamente quando ne avevi bisogno.

Considero valore le persone buone,
considero valore la sincerità, le sorprese, il profumo della lavanda.
Considero valore il coraggio di dire la verità, l’esser schietti,
e considero valore chi sa apprezzarla, la verità.
Considero valore l’educazione, il buon senso.
Ma cos’è realmente il valore?


Franca Luciani, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca

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Considero Valore – Il tempo

Considero valore ogni forma d’amore.
Considero valore la famiglia, l’essere uniti.
Considero valore chi lavora senza mai lamentarsi,
il dolore di una profonda ferita.
Considero valore quello che in passato valeva tanto,
ma quello che oggi vale molto poco.
Considero valore il mondo e la vita e
considero valore chi li sa apprezzare,
chi sa dare importanza a sé stesso e al suo vissuto.

Considero valore chi non resta fermo a guardare,
chi riesce a mostrare le proprie fragilità.
Considero valore il saper apprezzare le piccole cose,
senza mai stancarsi.
Considero valore chi ha pazienza.
Considero valore il tempo,
chi non si lascia trascinare dalla sua fugacità.

Sofia Marini, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca

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Considero Valore – il soffio di vento

Considero valore ogni gesto inatteso, un fiocco di neve che cade gentile,
una lacrima che diventa un sorriso.
Considero valore il sole di mezzogiorno, che ogni si trasforma in albe delicate e in tramonti infuocati.
Considero valore ogni piccola stella che illumina la sera e che s’illumina, ogni sera. Considero valore una risata, un amore duraturo, tutte le delusioni della vita: incomincio ad affrontarle crescendo, non è facile ma le considero valore.
Considero valore un viaggio che stravolge la vita,
ma anche un semplice soffio di vento che sposta i capelli dal viso. 
Considero valore la sensazione che si prova quando si vuole bene a qualcuno.
Considero il più grande valore volere bene a qualcuno.

Veronica Pappalardo, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca

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Considero Valore – Galassie e arcobaleni

Considero valore tutte le lacrime versate.
Considero valore la freddezza del cuore quando devi proteggerti
e il suo calore, quando puoi fidarti.
Considero valore l’ipotesi di non credere che l’amore esista per sempre,
ma credere che comunque esista.
Considero valore il sole, l’arcobaleno dopo una tempesta
anche se per terra è bagnato, proprio perché per terra è bagnato.
Considero valore mettere un cerotto su una ferita, ma anche non metterlo.
Considero valore ricevere un regalo, la nostra galassia e le altre.
Considero valore bere un tè caldo insieme alla mia famiglia anche se fuori c’è il sole.
Considero valore sapere che esistono valori da considerare.

Francesca Cimini, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca