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Articoli Lo Specchio, Articoli Recenti, Geoletteratura, La geografia nei passi letterari

Può esistere un autore preferito?

Ce lo siamo chiesti in 3C, visto che abbiamo quasi terminato il programma di letteratura, e… non sappiamo dare una risposta.
Probabilmente no, perché ogni autore o autrice ha qualcosa di interessante da dire, da condividere, un messaggio a cui tiene da lasciare ai suoi lettori. Però sicuramente qualcosa ci colpisce più di altro e lo abbiamo messo per iscritto.

Abbiamo riflettuto su quanto gli autori siano specchio della loro epoca, perché scrivono giustamente quel che sentono vicino al loro animo, eppure riescono a parlarci dopo anni, secoli, millenni. Dante per esempio, che era sicuramente un uomo del suo tempo, nella sua Commedia che Boccaccio definisce Divina, tratta appunto argomenti divini, legati alla religione, al Medioevo, che nessun autore contemporaneo tratterebbe, ma che ancora oggi ci appassiona ed è amatissimo, perché il suo è un linguaggio universale.

Abbiamo riflettuto su quanto la letteratura si cibi di storia e geografia e di quanto sia interconnessa con le altre discipline: Manzoni, ad esempio, sa indagare e raccontare benissimo la Storia, quella la S maiuscola, scrivendo uno dei romanzi storici più famosi della letteratura italiana, ma non ci dimentichiamo della geografia. “Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno” è l’incipit de I Promessi Sposi. Lago, alberi, punti cardinali. Tutte elementi scientifico-geografici.

Abbiamo riflettuto su quanto la letteratura sia stimolo a comprendere il mondo e noi stessi, ma anche di fosse importante per gli autori e le autrici, del passato e del presente, regalarci la percezione che “una vita non basta”, come dice Pessoa, che scriveva: “la letteratura, come tutta l’arte, è la percezione che la vita non basta”.

Qui di seguito alcune delle nostre riflessioni e preferenze.

“Devo dire che scegliere un solo autore che ho preferito durante questo anno scolastico è difficile. Proprio per questo cito più autori: Giacomo Leopardi, Gabriele D’Annunzio, Luigi Pirandello e Primo Levi.
Di tutti questi quattro autori ho amato veramente molto la loro poetica, i loro pensieri, insomma le tematiche a cui hanno scelto di dedicare le loro opere. In Pirandello ho amato la questione delle maschere, che accompagna da sempre l’uomo durante il lungo percorso della vita, che ci piaccia o no; in Leopardi ho amato la sua lunga riflessione sulla condizione dell’uomo e una delle sue bellissime liriche, ovvero L’Infinito; in D’Annunzio invece ho amato il fatto che del bello fa la sua ragione di vita, anche se a volte esagera un po’, e soprattutto La pioggia nel pineto, che quasi ti fa sentire la pioggia che cade. Infine in Levi ho amato il suo rapporto con la chimica e la scienza intrecciato con la letteratura e di come il suo lavoro da chimico – e quindi la sua passione – lo abbia salvato dal campo di stermino ad Auschwitz”.
Angelica Ianiro

Mi piace la letteratura con tutti i suoi autori. Ognuno di loro ha mostrato l’evoluzione e il cambiamento a partire dal ‘300 fino ad oggi. Ognuno di loro tratta temi differenti e in modo diverso.
Uno che mi ha particolarmente colpito, però, è Luigi Pirandello, perché parla di tematiche super contemporanee in qualche modo precedendo un po’ i tempi. Lui coglie che è tutto relativo è che nessuno ha pienamente torto quanto ragione.
È colui che ha detto che indossiamo delle maschere e che ne abbiamo una per diverse occasioni, come dargli torto.
È stato anche il primo letterato italiano a vincere il Premio Nobel.
Arianna Gasbarro.

Ho amato Giovanni Verga in particolare, perché nei Malavoglia si parla di pescatori e io sono un appassionato di pesca, mi è piaciuto riconoscermi e ritrovarmi in quel mondo.
Bruno Melone

Articolo di redazione classe 3C