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Articoli Recenti, Contaminazioni, Lingue e culture diverse: parole e tradizioni oltre le barriere

Gutenberg, qualche riflessione

Il padre della stampa è Gutenberg, lo sappiamo tutti. Mi ha molto colpito la storia della sua invenzione, perché credo che sia una delle più importanti di tutti i tempi. Una di quelle che ha davvero cambiato la storia, perché ha cambiato la mente delle persone. 
Gutenberg h fatto in modo che si diffondesse la cultura in lungo e in largo, quindi praticamente ovunque, e nel tempo, quindi in ogni periodo storico da quel momento in poi.
Questa tecnologia, infatti, ha permesso la diffusione del sapere in maniera economica e veloce, anche tra persone che altrimenti non avrebbero potuto permettersi di comprare un libro. Insomma, la stampa a caratteri mobili, nata il 3 febbraio 1468 è forse la prima arma di istruzione di massa e quindi nelle slides potrete leggere chi era quest’uomo e cosa sono i suoi caratteri mobili.

Buona lettura, cliccate sul file.

Articolo di Matteo Laska, classe 2A

Articoli Lo Specchio, Articoli Recenti, Attualità: come va il mondo, Diversità e disabilità

Un delicatissimo fiore per dirvi BUON ANNO

Violenza: una parola che non riesco nemmeno ad ascoltare, per quanto fa male. Sento in televisione parlare di violenza subita da donne che vengono spesso uccise dai loro mariti, fidanzati o compagni, cioè da persone che dovrebbero amarle, proteggerle e difenderle, o forse, ancora più giustamente, semplicemente rispettarle, in quanto esseri umani. Ho letto che molte di queste violenze si consumano tra le mura di casa, il luogo in cui ognuno di noi si dovrebbe sentire protetto. Questi atti hanno delle ripercussioni anche a livello mentale, poiché spesso le donne che le subiscono arrivano addirittura a giustificare gli autori, pensando che questi gesti non si verificheranno più e invece no, si ripeteranno eccome. Queste donne diventano tristemente deboli, accettando uno schiaffo al posto di una carezza, un pugno invece di un abbraccio, un calcio anziché un bacio.

Attenzione però, perché anche le carezze, l’abbraccio o il bacio non desiderato sono una forma di violenza. Spesso infatti un amore non corrisposto porta l’uomo a vendicarsi verso una donna. A volte penso più per ignoranza: l’amore non può andare a comando. O, ancora, ho sentito giustificare violenze fatte a ragazze perché l’abbigliamento era provocante e quindi invogliava l’uomo a essere l’artefice di questi atti. Sono ovviamente contraria a questo pensiero! Una minigonna o una camicia scollata non potranno mai essere il pretesto di questi vergognosi atti di violenza.

Esiste poi un’altra forma di violenza, quella psicologica, forse la più subdola, tanto che molti la ritengono erroneamente meno aggressiva, meno grave perché forse non lascia lividi ma, essendo provocata delle parole, va a colpire, in modo nascosto, l’autostima. E fa male quanto un pugno, forse anche di più. Esse vanno aiutate; non possiamo rimanere in silenzio davanti a questi orrori! Spesso si subisce perché non si ha la forza di reagire, quindi ognuno di noi ha il dovere morale di stare accanto a queste persone sofferenti e convincerle a denunciare questi abusi. Ed abbiamo il dovere di educare le persone al rispetto, al cambiamento: maschi o femmine che siano!

Il 25 novembre si celebra la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ma questo è un fenomeno da combattere tutti i giorni, a scuola ad esempio, oppure sensibilizzando l’opinione pubblica, o attraverso l’operato di centri antiviolenza che possono collaborare con le istituzioni. L’informazione può passare anche attraverso la televisione o canali social più utilizzati dalle nuove generazioni.

Penso che l’unione faccia la forza anche in questi casi, tutti insieme possiamo aiutare le donne vittime di questi atroci soprusi a uscire dal tunnel in cui si trovano e
regalare loro una nuova vita. Ogni vita umana è un delicatissimo fiore che merita un’altra primavera dopo l’inverno.

Vogliamo cominciare così il nuovo anno, con questo articolo contro la violenza sulle donne, ma contro ogni violenza in generale. La cultura è la base da cui partire per sconfiggere ogni violenza. Educare alla conoscenza e all’empatia, quindi, perché le cose cambino davvero. Con lo studio per conoscere e indagare i fatti, e con l’empatia, perché se non ci mettiamo nei panni dell’altro il nostro valore di essere umani non è molto alto.
Noi ci crediamo, e lo mettiamo in pratica giorno dopo giorno nel nostro piccolo.

Buon anno.

Articolo di Irene Buzzelli

Confini Reali, Frontiere e confini, Il mediterraneo, Recensioni libri e film, Rubriche

Storia del Mediterraneo in 20 oggetti

Il Mediterraneo è stato da sempre al centro di scambi, navigazioni e migrazioni, e gli autori del libro, Vanoli e Feniello, hanno cercato di ripercorrere la storia millenaria di questo grande mare attraverso 20 oggetti (che bella idea!), alcuni comuni (come il pane, la moneta, la valigia) altri curiosi e particolari (come ad esempio la coppa, i pupi, la cesoia), comunque capaci di raccontarci in maniera suggestiva cosa è stato il “Mare nostrum” nel corso dei secoli.

Questo libro è molto diverso da tutti quelli da me letti in precedenza. Inizialmente mi sembrava difficile capire le origini dei vari oggetti soprattutto a causa della presenza di numerosi riferimenti storici; poi, pian piano, ho cominciato ad entrare nella mente degli autori e il mio giudizio è cambiato radicalmente, ed è diventato facilissimo e bellissimo leggere. Ho trovato il libro molto originale e per questo particolarmente affascinante. La storia di ogni oggetto raccontato dagli autori mi ha portato a riflettere su quante vite, amori, religioni si siano incontrati su questo mare. Per secoli, anzi per millenni, culture, civiltà diverse sono entrate in contatto per poi intrecciarsi, mescolarsi. La contaminazione è un argomento che spesso torna nelle nostre lezioni e vederlo materializzato in un libro mi è piaciuto e mi ha colpito, allo stesso tempo. Si vede benissimo nel paragrafo dedicato alla chitarra, in cui si raccontano le contaminazioni e le influenze in musica intorno al Mediterraneo. Nel racconto in cui si parla della valigia invece ho riflettuto sull’importanza di non fare sempre gli stessi errori storici, mentre in quello sul corallo mi sono soffermata a pensare al clima e all’inquinamento, a quanto la nostra cattiva condotta possa incidere sul pianeta.

Il libro di Vanoli e Feniello infatti, secondo me, è attualissimo, nonostante faccia riferimento ad eventi accaduti anche molti secoli fa. Leggendo il penultimo capitolo, il cui oggetto è il barcone, ho capito che i barconi, di cui si sente parlare quotidianamente anche nei Tg, hanno sempre solcato le acque del Mediterraneo. Non è una novità. Migliaia di viaggi, di naufragi, di sbarchi. Non tutte le volte, però, si sono mossi nella direzione di oggi, cioè da sud a nord. Al tempo dell’invasione normanna per esempio, a differenza di oggi, i barconi non andavano dall’Africa verso la Sicilia ma viceversa. Come sono cambiate le cose nel corso del tempo! Ieri il Mediterraneo era un mare aperto al sapere, alla conoscenza e la sua ricchezza originava proprio dagli scambi fra genti diverse ma in qualche modo accomunate tra loro; oggi, viviamo in un’epoca in cui i migranti vengono respinti e devono essere tutelati attraverso accordi internazionali. Il Mediterraneo è diventato un mare chiuso,  fonte di divisione e ad esso sono associate spesso e volentieri immagini di disperazione e di morte. E questo dovrebbe far riflettere tutti noi! Consiglio la lettura di questo libro a tutti coloro che si sono stancati della semplice storiella e vogliono sperimentare qualcosa di diverso e più approfondito. Sarà un libro che vi stupirà. Buona lettura!

Di Mediterraneo abbiamo parlato anche qui.

Giulia Romano